ECOFVG
Contenuti del sito
L’Abbandono dei rifiuti in Friuli Venezia Giulia: una panoramica
Contenuto
“Il Friuli è un piccolo compendio dell’universo, alpestre piano e lagunoso in sessanta miglia da tramontana a mezzodì.”
25/07/23
Con queste iconiche parole Ippolito Nievo, celebre scrittore italiano dell’800, descriveva il Friuli Venezia Giulia. Parole che accendono l’immaginazione e richiamano subito alla mente gli splendidi paesaggi della nostra regione, dalla bellezza selvaggia dei Magredi e dell’Isola della Cona al fascino mitteleuropeo di Trieste, passando per luoghi ricchi di fascino come il Santuario del Monte Lussari.
Un patrimonio di inestimabile valore, che però subisce la minaccia di un problema sempre attuale: l’abbandono dei rifiuti.
Vediamo di seguito una panoramica sulla questione dell’abbandono rifiuti in Friuli Venezia Giulia: dati ufficiali, sanzioni, buone pratiche e soluzioni, anche creative, per contrastare questo fenomeno.
Il servizio disciplina gestione rifiuti e siti inquinati ha registrato nell’arco di tempo 1998-2019 oltre 2.000 segnalazioni di rifiuti abbandonati sul territorio:

Il picco maggiore si è registrato nell’anno 2018, mentre il numero più basso di segnalazioni si è avuto nel 1999.
Il maggior numero di abbandoni si è registrato a Trieste, con oltre 180 segnalazioni, seguito da Udine (60), Monfalcone (56) e Gorizia (54). Pordenone registra solo 24 abbandoni segnalati nel periodo in oggetto.

Da una analisi delle segnalazioni pervenute, è stato riscontrato che gli abbandoni di rifiuti in Friuli Venezia Giulia avvengono prevalentemente in aree urbane già degradate, come zone industriali abbandonate nelle zone periferiche delle città oppure nelle aree fluviali.
Le tipologie di rifiuti più abbandonati sono:
- rifiuti inerti da demolizione (con e senza eternit)
- ingombranti
- pneumatici
- accumulatori
- rifiuti urbani indifferenziati
La Regione supporta già da tempo gli interventi di rimozione dei rifiuti, sia pericolosi che non pericolosi, abbandonati da ignoti, sul suolo e nel suolo, attraverso operazioni di raccolta, trasporto, smaltimento ed eventuale recupero dei rifiuti stessi, oltre alla predisposizione di contributi per i Comuni nel caso i rifiuti siano abbandonati su aree di proprietà pubblica o aree di proprietà privata, in presenza della procedura di infrazione comunitaria di cui alla direttiva 75/442/CEE del Consiglio del 15 Luglio 1975, relativa ai rifiuti e successive modifiche.
L’abbandono dei rifiuti si configura come reato secondo quanto disposto dal Testo Unico Ambiente, anche noto come Codice dell’Ambiente.
Gli articoli di riferimento della legge sull’abbandono dei rifiuti sono tre:
- art. 192: stabilisce che “l’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel suolo sono vietati”, così come “è altresì vietata l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee”.
- art.255: stabilisce la sanzione amministrativa applicata alle persone fisiche, con multe che vanno da €300 a €3000.
- art.256: che stabilisce la sanzione penale a carico delle persone giuridiche
Se l’abbandono è di rifiuti pericolosi, la sanzione amministrativa viene aumentata fino al doppio.
Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, anche noto come littering, ha diverse conseguenze negative che interessano le persone, l’ambiente e l’economia.
In primo luogo si ha un danno di immagine: il primo effetto visibile dell’abbandono dei rifiuti è lo stato di degrado e sporcizia degli spazi, soprattutto quelli pubblici. I rifiuti abbandonati lungo le strade, nei boschi, lungo gli argini, oppure nei parchi, giardini e parcheggi non solo rendono più brutto l’ambiente che ci circonda, ma trasmettono anche un minore senso di sicurezza.
Per non parlare del danno paesaggistico dovuto all’abbandono dei rifiuti in luoghi di mare, montagna e villeggiatura, soprattutto nel periodo estivo.
Inoltre, i rifiuti abbandonati rappresentano un danno per l’ambiente, perché contaminano il suolo, le acque e la vegetazione; le sostanze nocive disciolte e trasportate dalle acque piovane entrano nel terreno e si immettono nei corsi d’acqua, arrivando a contaminare le acque interne e costiere e ad entrare nella catena alimentare, arrecando danno a persone, flora e fauna.
Dal punto di vista economico, l’impatto negativo è duplice: da un lato si ha uno spreco di risorse, poiché il mancato conferimento dei rifiuti nella raccolta differenziata non permette il recupero di materiali che potrebbero essere riutilizzati per produrre nuovi beni. Vi è quindi un maggiore dispendio di energia e risorse per la produzione.
Allo stesso tempo, la rimozione dei rifiuti abbandonati comporta anche un innalzamento della spesa pubblica, con costi aggiuntivi che vanno a gravare sulle spalle dei contribuenti, che devono pagare la rimozione e la pulizia dei rifiuti abbandonati.
Se è vero che l’abbandono dei rifiuti è un problema diffuso, è altrettanto vero che esistono soluzioni per la corretta gestione dei rifiuti che sono facilmente attuabili da tutti.
Nei seguenti paragrafi vediamo alcune di esse:
- i centri di raccolta;
- gli ecocompattatori;
- altre iniziative e buone pratiche.
I centri di raccolta del Friuli Venezia Giulia dislocati su tutto il territorio regionale hanno la funzione di accogliere determinate categorie di rifiuti, smistarle e avviarle agli appositi impianti di trattamento e recupero.
Le tipologie di rifiuti conferibili nei Centri di Raccolta del Friuli Venezia Giulia sono molteplici, e vanno dai toner per le stampanti ai rifiuti ingombranti come i grandi elettrodomestici, pneumatici, batterie e accumulatori, inerti, oli e grassi e tante altre tipologie di rifiuti che possono derivare da attività quotidiane.
L’accesso ai centri di raccolta comunali, anche noti come ecocentri, è subordinato al possesso della residenza nel relativo comune e all’iscrizione alla TARI, la tassa sui rifiuti.
A parte queste due condizioni, portare i rifiuti al centro di raccolta è facile e alla portata di tutti i cittadini. La maggior parte dei centri dispone anche di un apposito servizio di raccolta dei rifiuti a domicilio, in particolar modo per i rifiuti ingombranti (materassi, reti, elettrodomestici, ecc) e il verde derivante da attività di giardinaggio. In base a quanto stabilito dal centro e dal Comune, il servizio può essere gratuito fino ad un determinato numero di prelievi all’anno per cittadino.
L’inquinamento causato dalla plastica è uno dei problemi ambientali più diffusi e seri di questo secolo e una delle principali cause di inquinamento marino, con oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica che finiscono ogni anno negli oceani, secondo i dati del WWF.
Un problema che per essere risolto richiede un intervento congiunto e azioni sia su scala globale che locale, che coinvolgano istituzioni e cittadini. A tal proposito, il gestore Net Spa ha avviato un progetto pilota di posizionamento di ecocompattatori per bottiglie e flaconi in plastica in Friuli Venezia Giulia.
Gli ecocompattatori sono macchinari automatizzati in cui introdurre flaconi e bottiglie di plastica, che vengono schiacciati e resi più piccoli, così da essere smaltiti più facilmente.
La loro efficacia è data dal sistema di ricompensa: la persona conferisce bottiglie e flaconi vuoti in plastica e in cambio riceve un coupon o buono sconto spendibile presso delle attività commerciali convenzionate. Un sistema intelligente, che premia i comportamenti virtuosi delle persone aiutando a creare delle abitudini dai risvolti positivi per l’ambiente.
Centri di raccolta ed eco compattatori sono solo due delle modalità con cui le istituzioni si sono impegnate a contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti in Friuli Venezia Giulia.
Accanto a queste, trovano spazio altre iniziative come la promozione del turismo responsabile, che mira a promuovere la corretta gestione dei rifiuti anche in vacanza e l’adozione di comportamenti virtuosi da parte dei vacanzieri.
Fondamentale è però anche il contributo spontaneo dei cittadini e le iniziative nate dal basso, frutto dell’associazione tra persone che condividono le stesse idee e valori.
Pensiamo ad esempio alle eco-camminate, le passeggiate individuali o di gruppo spesso organizzate in modo spontaneo da privati cittadini, durante le quali le persone raccolgono i rifiuti incontrati sul loro cammino. Una iniziativa importante, alla quale il gestore A&T 2000 ha dedicato anche un pratico video tutorial.
Altra iniziativa nata sul territorio regionale è la “stoviglioteca bisiaca” di Gorizia: un kit di stoviglie lavabili e riutilizzabili a noleggio gratuito per feste di compleanno, lauree e non solo.
È chiaro che la risoluzione del problema dell’abbandono dei rifiuti conta molto sull’iniziativa delle istituzioni, ma anche il contributo dei singoli è fondamentale per arginare il problema.
In linea generale, ci sono alcune buone pratiche che possiamo individuare e che ognuno di noi può mettere in pratica da subito:
- non lasciare rifiuti in giro, di nessun tipo;
- se ci troviamo fuori casa e non ci sono cestini a disposizione, portiamo con noi eventuali rifiuti e gettiamoli non appena troviamo i contenitori appositi, oppure una volta arrivati a casa;
- per rifiuti speciali e ingombranti, utilizziamo il centro di raccolta più vicino a noi;
- se avvistiamo rifiuti abbandonati, segnaliamolo alle autorità competenti;
- se troviamo rifiuti a terra durante una passeggiata, raccogliamoli e gettiamoli nel cassonetto più vicino.
Sono gesti semplici, ma che se adottati da tutti possono davvero fare la differenza e aiutare a mantenere l’ambiente vivibile anche per le generazioni future.
