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VI Convegno Circular Economy Network
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VI Conferenza Nazionale sull’economia circolare - Roma, 10 maggio 2024
27/05/24

A che punto è l’economia circolare in Italia?
E’ la domanda a cui cerca di dare una risposta il Rapporto annuale 2024, curato dal Circular Economy Network, redatto in collaborazione con ENEA e presentato dall’ex Ministro Edo Ronchi, durante la VI Conferenza Nazionale sull’economia circolare, tenutasi il 10 maggio 2024, a Roma.
Il Rapporto fotografa lo stato dell’arte dell’economia circolare in Italia, raccogliendo i dati più aggiornati dei principali indicatori di circolarità dell’economia italiana e comparando le nostre performance con quelle delle principali economie UE.
Emerge un buon posizionamento per la nostra economia relativamente al tasso di utilizzo circolare di materia, cioè il rapporto tra l’uso di materie prime seconde generate col riciclo e il consumo complessivo di materiali, l’Italia conferma la sua posizione nel 2022, con un valore pari al 18,7%.
Positivo anche il tasso nazionale di riciclo dei rifiuti rispetto alle altre nazioni. Va un po’ meno bene relativamente al consumo dei materiali che in Italia nel 2022 è stato di 12,8 tonnellate/abitante, minore della media europea (14,9 t/ab) ma in crescita (+8,5%) rispetto alle 11,8 t/ab del 2018.
E’ stata inoltre presentata l’indagine realizzata da CNA (Confederazione Nazionale Artigianato e Media Impresa) con focus dedicato alle piccole e medie imprese (PMI) e alla loro adesione ai principi di economia circolare. Si rileva che, sono le piccole e medie imprese il vero volano verso un’economia sostenibile e circolare, a cui deve corrispondere il sostegno da parte delle politiche industriali e la semplificazione burocratica e normativa per incentivare la loro forza propulsiva.
Ulteriori approfondimenti sono stati i temi dell’ecodesign e delle materie prime strategiche.
L’ecodesign sarà sostenuto dalle recenti direttive europee che prevedono nuove misure di "progettazione ecocompatibile" per aumentare la durata dei prodotti e renderli più facili da riparare e riciclare.
Novità assoluta sarà l’introduzione di "passaporti digitali dei prodotti", contenenti informazioni accurate e aggiornate sul ciclo di vita del prodotto, consentendo ai consumatori di effettuare scelte informate e sostenibili.
Per l’approvvigionamento delle materie prime strategiche, impiegate nella produzione di una vasta gamma di prodotti industriali e tecnologici, come smartphone, computer, pannelli fotovoltaici e veicoli elettrici, l’Italia risulta totalmente dipendente dalle importazioni da paesi terzi, come la Cina.
La sfida da accogliere è quella di ricavare tali materie attraverso l’urban mining ovvero la raccolta e il recupero di materia dai rifiuti tecnologici, in una filiera tutta da sviluppare e mettere in opera grazie all’imprenditoria italiana, nostro fiore all’occhiello.
La Conferenza è stata anche occasione per un confronto sul nuovo Regolamento UE su imballaggi e rifiuti di imballaggi, per approfondire gli scenari che si aprono ora per la sua applicazione.
Aderire al Deposit to Return System (DRS), il deposito cauzionale sugli imballaggi plastici, per tentare di intercettare tanta parte la massa di plastica da imballaggio dispersa nell’ambiente o continuare con il sistema di raccolta differenziata e successivo recupero del materiale plastico fin qui utilizzato? Possono coesistere i due sistemi?
La sfida continua ed il convegno del prossimo anno potrebbe fornire nuovi spunti di riflessione.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda al Rapporto annuale curato dal Circular Economy Network e agli atti del convegno: clicca qui
